PTC punta a divenire una SaaS company entro i prossimi 3/4 anni.

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PTC punta a divenire una SaaS (Software as a Service) company entro i prossimi 3/4 anni.

Ad affermarlo è Paolo Delnevo, Vice President Sales South Europe nonché General Manager PTC Italia.

Alle piattaforme software già attualmente disponibili in SaaS come: Vuforia, ThingWorks e Arena, entro la fine dell’anno 2022 si andrà ad aggiungere anche la piattaforma CAD Creo.

E il recente annuncio di ThingWorks, soluzione “as a service” di DPM (Digital Performance Management), non fa altro che confermare l’intenzione di PTC, azienda leader nel mercato del software industriale partecipata da Rockwell Automation, di puntare a rendere disponibili molto presto, attraverso la propria piattaforma Atlas, tutte le proprie soluzioni sul Cloud grazie, da una parte, ad una migrazione di una parte delle app residenti verso il Cloud utilizzando tecnologie di “Lift-and-Shift” e, dall’altra, all’introduzione di nuove e potenti app SaaS based frutto di recenti sviluppi e acquisizioni.

Utilizzando la cornice di grande impatto del Made, uno straordinario Centro di Competenze tecnologiche del Politecnico di Milano, di cui PTC è uno dei principali soci sostenitori sin dalla sua fondazione, abbiamo avuto l’opportunità di ascoltare dalla viva voce di Paolo Delnevo, Vice President Sales South Europe e di Fabrizio Ferro, Director Solutions Consulting, di PTC Italia, le interessanti novità riguardanti la ormai inarrestabile evoluzione verso l’erogazione di tutte le proprie soluzioni di software industriale, in modalità “as a service”, nell’arco di 3 / 4 anni.

L’affascinate scenario tecnologico presentato durante l’incontro descrive la transizione in atto da già tempo e fortemente voluta dal presidente e CEO di PTC Jim Heppelman che ha portato l’azienda di Boston ad investire su una conversione strategica delle proprie soluzioni dapprima in modalità on-premis, con tecnologie lift-and-shift orientate a spostare applicazioni con i dati associati su piattaforme Cloud senza riprogettare le app, e successivamente acquisendo e rendendo disponibili tecnologie totalmente native che sfruttano a pieno i vantaggi offerti dall’approccio del “Software as a Service”.  E i risultati dell’ultimo trimestre del FY21, accennati in apertura incontro da Paolo Delnevo, sembrano confermare che la strada tracciata sia quella giusta, visto una crescita del 24% delle revenue pari a 1,807 miliardi di dollari.

La migrazione in corso, dalle tecnologie residenti verso quelle “on-premise” basate su Cloud prima, grazie sia a conversioni con approcci Lift-and-Shift, che consentono di portare in Cloud le applicazioni nate per l’on-premise senza dover affrontare complesse riscritture, e oggi in SaaS grazie a nuovi sviluppi ed acquisizioni di piattaforme native, consente a PTC di offrire ai propri clienti molteplici soluzioni CAD e PLM, lasciando aperta la scelta della modalità operativa più confacente ai loro bisogni.

Per sostenere questo cambiamento PTC ha delineato una nuova organizzazione interna che prevede due business unit, la prima denominata “Velocity” è focalizzata sulle soluzioni SaaS e la seconda con un focus sulle soluzioni standard.

Fabrizio Ferro Director Solutions Consulting, ha confermato che le strategie SaaS saranno progressivamente estese a tutte le soluzioni PTC, grazie alla piattaforma Atlas che consentirà agli utenti di beneficiare di tutti i vantaggi offerti intrinsecamente dai servizi cloud/SaaS dell’azienda.

Vantaggi ben evidenziati in una chart riassuntiva che elenca uno dopo l’altro i benefici ottenibili dall’adozione delle soluzioni SaaS da parte dei clienti, come:

  • La possibilità di lavorare su qualsiasi dispositivo in qualsiasi momento su progetti CAD ovunque, indipendentemente da dove si trovino e da cosa stiano usando: ad esempio un PC o un Chromebook quando sono al lavoro o uno smartphone o un Macbook quando sono a casa. Ciò è reso possibile dal fatto che le funzionalità software, così come i dati sempre aggiornati, non risiedono su alcuno dei dispositivi precedentemente citati.
  • A conti fatti le aziende a lungo andare potranno beneficiare di un costo inferiore a quello attuale non dovendo preoccuparsi di gestire aggiornamenti e maintenance. Senza dimenticare che sia il CAD che il PLM devono gestire un’enorme mole di dati, di grafica e di complessità computazionale. E deve esserci pure stato un motivo per cui sulle scrivanie degli ingegneri, per anni, hanno fatto bella mostra di sé workstation grafiche equipaggiate con grandi quantità di RAM, dotate delle più veloci CPU e delle migliori schede grafiche. Ebbene, qualsiasi computer si trovi su qualsiasi scrivania resterà sempre tale, ovvero non potrà mai migliorare le sue performance fintantoché non verrà sostituito o verrà fatto oggetto di un aggiornamento hardware. Al contrario in modalità SaaS la stessa postazione di lavoro risulterà sempre adeguata alle specifiche necessità del momento, perfino se dovessero essere richieste performance di un ordine di grandezza superiore. Configurazioni hardware che, grazie all’approccio SaaS, oggi divengono sempre meno necessarie.
  • E poi c’è la questione riguardante la tutela della proprietà intellettuale (IP). Un file di progetto generato via CAD è talmente dettagliato e preciso al punto tale da consentire il passaggio diretto alla fase di produzione. È chiaro che, se tali dati venissero rubati, un concorrente potrebbe utilizzare il progetto per trarne un notevole vantaggio competitivo. Questa preoccupazione ha portato alla convinzione diffusa che gli storage locali fossero più sicuri del cloud.
  • Per quanto riguarda la cybersecurity, la mentalità, negli ultimi anni, è cambiata: la maggior parte delle persone ritiene infatti che un ambiente cloud gestito professionalmente sia quasi sempre più sicuro di una rete aziendale locale. Ciò anche in virtù del fatto che le aziende che forniscono servizi cloud effettuano considerevoli investimenti nell’aggiornamento delle misure di sicurezza.
  • Migliore esperienza d’uso da parte degli utilizzatori grazie alla costante implementazioni delle nuove funzionalità sviluppate da PTC sui vari prodotti, ancorché introdotte in accordo con i piani di sviluppo delle aziende clienti.
  • Un deciso aumento della produttività grazie ad un incremento della collaborazione permetto dall’impiego flessibile delle licenze d’uso “on-demand”.

Le piattaforme Vuforia, Arena e ThingWorks già disponibili in modalità As a Service su Arena, verranno presto affiancate dalle soluzioni in cloud di OnShape e WindChill, nonché, entro il 2022, dalla piattaforma CAD di “Creo”. Questo anche se «chi non vorrà cambiare l’attuale modalità di fruizione delle soluzioni non avrà ripercussioni, in quanto PTC garantirà per un periodo di 15 anni la portabilità on-premise a tutti i propri clienti»  sottolinea Paolo Delnevo.

La chart commentata da Ferro introduce inoltre lo scenario strategico in cui si muove l’azienda che, con il concept di: “Come il Digitale sia in grado di trasformare ciò che è Fisico”, mette in evidenza le quattro aree nelle quali PTC offre soluzioni d’avanguardia, ovvero: il CAD, il PLM, l’Industrial IoT e l’Augmented Reality.

Ciascuna di queste aree, in un’ottica di processo di sviluppo prodotto e trasformazione digitale, è concentrata su un aspetto complementare alle altre o comunque interagisce con una modalità differente sul piano digitale rispetto a quello “fisico”. Come sottolinea Paolo Delnevo: «Nel CAD, il digitale definisce il fisico; nel PLM il digitale gestisce il fisico. Nell’IIoT il digitale connette il fisico, e nell’AR il digitale aumenta il fisico».

La scommessa di PTC è rendere più performanti, mobili ed economici i processi di trasformazione, grazie all’approccio digitale in SaaS che promette effetti rivoluzionari e migliorativi sul piano fisico.

Riguardo l’accessibilità effettiva ai servizi in Cloud oggi sostanziamente garantita da due garantita da due player come AWS (Amazon Web Services) e Microsoft Azure PTC non prende posizione lasciando ai propri clienti la libertà di scelta della soluzione a loro più congeniale.

Dunque, massima garanzia di funzionalità, nonostante PTC abbia con Microsoft una partnership molto forte che arriva sino allo sviluppo di progetti congiunti come nel caso delle soluzioni di AR.

Infine: «Riguardo i servizi forniti da PTC in SaaS, possiamo prendere ad esempio ciò che proponiamo con OnShape, ove è possibile utilizzare il Cloud del cliente se già ne ha ha già uno, o in alternativa fornire il servizio in modo trasparente dichiarando al cliente su quale Cloud è basato» precisa Fabrizio Ferro.

Ma il faccia a faccia con PTC ha offerto l’opportunità anche a Davide De Cesaris, in qualità di Business Development Director EMEA dell’azienda, di rilanciare e contestualizzare il recente rilascio di una interessante soluzione DPM (Digital Performance Management Solution), inserita nella piattaforma ThingWorks, e anch’essa funzionante in modalità SaaS in Cloud. Si tratta di un tool di auto-monitoraggio e auto-misurazione che consente di risolvere le problematiche in ciclo chiuso, ottimizzando e migliorando i processi di trasformazione.

Con questa nuova soluzione IIoT di PTC, le aziende manifatturiere sono in grado di controllare dettagliatamente le performance delle loro linee produttive, analizzare i colli di bottiglia che si verificano in produzione e validare economicamente i risultati dei loro investimenti. Un sistema unico nel suo genere che rappresenta un eccezionale passo in avanti per tutte le aziende manifatturiere che intendono guidare in modo proattivo la propria efficienza.

La piattaforma di DPM “ThingWorks”, consente di analizzare approfonditamente le performance e gli eventuali “colli di bottiglia, proponendo soluzioni ai problemi in tempo reale, con una metodologia semplice e universale basata su una delle metriche aziendali più comprensibili: le ore. L’efficacia di questa metrica è comunemente comprensibile sia per gli addetti alla produzione, ovvero i lavoratori in prima linea, che per i manager e i dirigenti, costituendo così una solida base per pervenire ad una soluzione rapida dei problemi.

Uno strumento per misurare l’efficacia complessiva dei sistemi dei clienti in grado di calcolare di quanto può essere il beneficio in termini di ore risparmiate traducendolo facilmente in molteplici benefici in termini economici ma non solo.

Al termine dell’incontro è seguita una interessantissima dimostrazione delle performance delle soluzioni PTC di Augmented Reality e di Digital Performance Management, applicate concettualmente a ben quattro aree di lavoro su un totale di 6 allestite nel Centro Tecnologico MADE che, di fatto, rappresentano secondo PTC stessa un ideale flusso di lavoro o un modello organizzativo di riferimento per l’Industria 4.0.

Un ambiente dinamico e oggettivamente funzionale a dimostrazione di come, le diverse tecnologie PTC, si integrino perfettamente in un concetto di INDUSTRIA 4.0 avanzata, ove fisico e digitale “si intrecciano” in una straordinaria “danza”, con una disarmante concretezza ed efficacia per affrontare processi di sviluppo ed ingegnerizzazione dei prodotti sempre più competitivi.

Un doveroso ringraziamento e un plauso finale a Paolo Delnevo, Fabrizio Ferro, Davide De Cesaris e a tutto il personale di PTC che si è alternato nelle aree tecnologiche, per aver organizzato, condotto e “aperto una finestra” su una delle tante frontiere del mondo delle tecnologie per l’industria 4.0, a cui tutta l’industria Italiana dovrebbe far riferimento.