IL MONDO CHE CAMBIA
Ma come cambiare?

ASCOLTA I PODCAST IL MONDO CHE CAMBIA E LA QUARTA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE
NUOVI MODELLI ORGANIZZATIVI
Quando si parla di cambiamenti, ci riferiamo a dei nuovi modelli che iniziano a imporsi nel mercato o nel modo di fare delle persone (trend) e con i quali dobbiamo fare i conti, non tanto per mantenere un aggancio sterile con il cambiamento in essere o in divenire o solo per evitare di essere esclusi da tendenze significative, quanto piuttosto per trarre idee e stimoli per innovare il proprio modo di intendere l’organizzazione aziendale ed i processi che la attraversano, siano essi produttivi o di altro genere, fino ad arrivare all’intera filiera coinvolta nello sviluppo nel suo insieme, sfruttando appieno le disponibilità di soluzioni tecnologiche concepite proprio per materializzare e rendere fruibili i contenuti dei nuovi modelli.
I nuovi modelli che stanno entrando nel mondo manifatturiero e che sfruttano le “nuove” tecnologie “abilitanti”, cioè intimamente interconnesse alla definizione di nuovi modelli organizzativi.

LA TECNOLOGIA È L’AUTOSTRADA, NON LA META
Un modello di riferimento o di tendenza deve essere supportato da tecnologie appropriate, che a loro volta, nei limiti e nelle reali o ragionevoli possibilità implementative, agiscono sui modelli rendendoli praticabili.
Può sembrare un paradosso ma se ci pensiamo è successo lo stesso per tante attività, dopo l’avvento della tecnologia.
Internet of Things, Industry 4.0, Connected PLM & Enterprise BOM, sistemi di produzione robotizzati, Big Data, Cloud Computing, 3D Printing, Mobile Communication, BIM Level3, Smartcities, Smart Manufacturing non sono termini alla moda ma un mix tra un nuovo modo di fare e la tecnologia che lo rende possibile.
Ma non dobbiamo dimenticarci che la tecnologia funge da “autostrada” non da “meta”.
La meta è supportare il processo decisionale per renderlo più efficace e tempestivo, in un mondo dove tutti, compresi gli oggetti (le cose) possono dialogare tra loro e con noi per dare più informazioni e feedback, avendo così maggiori possibilità di intervenire rapidamente e consapevolmente.
L’innovazione sta nell’usarle in modo tale che migliorino la nostra operatività, che ci aiutino a ridurre gli sprechi, che permettano cose che prima non si potevano fare o che, infine, consentano la democratizzazione di alcune attività riservate solo a specialisti.
QUALI RISCHI
I cambiamenti e le trasformazioni di questa nuova rivoluzione industriale produrranno grandi opportunità, ma anche, inevitabilmente, enormi rischi, alcuni dei quali già evidenti:
- la mancanza di personale specializzato
- l’incapacità di adattamento delle organizzazioni ai nuovi processi;
- le difficoltà da parte delle istituzioni ad adottare e regolamentare le nuove tecnologie;
- le criticità in termini di sicurezza delle informazioni prodotte.
Sono le principali conseguenze che la quarta rivoluzione avrà su aziende, società civile e singoli individui.
Partiamo da queste considerazioni per favorire la digitalizzazione dei processi o meglio sostenere digitalmente il flusso di dati che li attraversano, eliminando prima di tutto le barriere che stanno frenando lo sviluppo le aziende e ripensando i processi in un’ottica “snella” o “lean”.
LA DIGITALIZZAZIONE DEI PROCESSI. COME PREPARARSI?
La DIGITALIZZAZIONE a questo punto assume il ruolo di garante della continuità tra chi fa qualcosa e chi lo usa, consentendone l’apprezzamento.
Come anticipato, non stiamo inventando niente, stiamo esortando a sfruttare la tecnologia esistente per cambiare modo di fare! Un cambiamento si basa sulla consapevolezza di cosa fare, nella definizione di strategie precise e non su perturbazioni.
Se le perturbazioni servono a rompere lo spirito conservativo o del PENSIERO LINEARE dell’uomo e la sua refrattarietà al cambiamento, ben vengano, ma dietro ci deve essere un progetto, non un semplice tentativo di sconvolgere lo stato di fatto e basta.
Digitalizzare in azienda non significa solo portare automazione all’impianto di produzione, ma dare un supporto informatico strutturale a tutti i processi aziendali, da quelli di inclusione del cliente nella definizione delle specifiche del prodotto desiderato fino al coinvolgimento dei fornitori e al servizio manutenzione del prodotto o dell’impianto di produzione.
Partendo da questa visione, il nuovo paradigma da considerare si traduce in una soluzione che racchiuda una collezione di strumenti integrati in un’unica PIATTAFORMA, che permetta l’accesso agli stessi dati all’interno del suo “data-model”.
Questa deve garantire la gestione ottimale dei dati contenuti a supporto di tutti i processi aziendali, la collaborazione di tutte le persone coinvolte e la riorganizzazione dei processi stessi.
A questo punto, sarà nostro compito eliminare le attività senza valore aggiunto, ad esempio eliminando il costo di trasferimento dei dati tra i vari sistemi in carico ai vari enti, aumentando la velocità di esecuzione dei processi e riducendo gli errori.
L’industria manifatturiera sta diventando un altro ingranaggio nella grande macchina di Internet e delle nuove tecnologie.
Questo significa, come anticipato, che sarà disponibile un’ingente mole di dati da gestire come risorsa e da sfruttare a scopo di profitto.
Utilizzando questa nuova risorsa per ottimizzare prodotti, singole macchine, celle di produzione, intere fabbriche e, potenzialmente, un ambiente di produzione su scala globale, le aziende avranno opportunità di business senza precedenti.
Dalle prime tre rivoluzioni industriali sono nate grandi fortune; oggi l’Industry 4.0 promette successi ancora più importanti a tutti coloro che sapranno osare o meglio credere nel cambiamento e PREPARARSI per progettarlo e attuarlo.
In questo scenario, serve il coinvolgimento attivo delle varie anime della scuola, dagli istituti tecnici, agli istituti professionali e alle università.
Questo perché il cambiamento per essere operativo deve andare di pari passo con la capacità delle persone di capire il nuovo paradigma e i nuovi modelli di riferimento, necessari alla realizzazione di un “Concurrent Engineering” totale, che vada dall’idea iniziale al feedback dal campo, quest’ultimo necessario a migliorare quello che è stato fatto.
La generazione DIGITALE deve anche capire l’applicazione della tecnologia al mondo del lavoro e la logica della CONTINUITA’ DIGITALE nei processi di sviluppo.

Mauro Faccin
Business Development Executive, Dassault Systèmes
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