Green transition e industria: tra innovazione tecnologica e rallentamenti normativi

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L’integrazione di pratiche green nelle imprese manifatturiere non è più una scelta opzionale, ma un pilastro strategico che trova fondamento nei principi dell’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile. La sostenibilità ambientale è oggi intrecciata con l’innovazione tecnologica: intelligenza artificiale, big data, machine learning e sistemi di automazione avanzati vengono sempre più impiegati per monitorare i consumi energetici, ridurre gli sprechi, tracciare le emissioni e ottimizzare l’uso delle risorse lungo tutta la filiera.

Questa evoluzione è visibile in numerosi ambiti: dalle smart factory che regolano in tempo reale l’efficienza dei macchinari, ai sistemi di manutenzione predittiva che riducono inutili consumi, fino ai modelli digital twin capaci di simulare l’impatto ambientale di un impianto prima della sua realizzazione. L’uso dei dati si estende anche alla rendicontazione ESG (Environmental, Social and Governance), facilitando processi decisionali più informati e trasparenti.

Accanto alla tecnologia, si sta sviluppando una nuova attenzione alla gestione della conoscenza. L’adozione di pratiche sostenibili implica non solo l’acquisizione di strumenti, ma anche la diffusione di competenze trasversali, la creazione di culture aziendali orientate al miglioramento continuo, e la capacità di bilanciare innovazione e impatto ambientale. La sostenibilità, in questo senso, non è solo una questione tecnica, ma anche organizzativa.

Tuttavia, a rallentare questo processo interviene il quadro normativo, che in Italia si presenta in alcuni passaggi contraddittorio, come il caso del recente Decreto Omnibus, che ha rappresentato un freno rispetto alle obbligatorietà in tema ambientale, introducendo deroghe e proroghe rispetto a vincoli precedentemente imposti. L’obiettivo dichiarato del decreto è evitare un appesantimento burocratico e dare respiro alle imprese, ma il rischio è quello di rallentare un cambiamento ormai necessario e riconosciuto anche a livello europeo.

In questo contesto, le aziende che scelgono di investire in innovazione sostenibile stanno andando oltre la conformità normativa, posizionandosi in modo competitivo sul medio-lungo termine. La sfida è coniugare libertà d’azione e responsabilità strategica, sfruttando il potenziale della trasformazione digitale non solo per l’efficienza operativa, ma anche per la transizione ecologica del sistema produttivo.

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