L’IoT (Internet of things) è un tema particolarmente attuale e importante che spesso però viene preso in considerazione solo per applicazioni consumer. Gli esempi sono moltissimi: una bilancia digitale che si connette e salva i dati su Internet, un elettrodomestico che aggiorna i suoi programmi di lavaggio o chiama l’assistenza da solo e così via.
Nell’intervista di SmartNotizie a Stefano Avenia emerge come le potenzialità dell’IoT possono essere applicate al mondo business, con un’attenzione particolare al concetto di safety.
Prima di tutto che cos’è e a cosa serve l’Internet delle cose?
Stefano Avenia: prima di rispondere a questa domanda, occorre sapere che questo fenomeno (allora non si chiamava IoT) è presente da molto tempo prima che venisse coniata questa definizione. Gli utenti che hanno oggetti riconducibili all’Internet delle cose, come braccialetti o orologi intelligenti, spesso non sanno di poter dire di essere utilizzatori di un oggetto IoT (ovvero connesso alla rete). Spiegare a cosa serve è molto semplice, e di certo molti lettori hanno già le idee molto chiare, ma pochi esempi pratici ci saranno di grande aiuto: la lettura dei consumi energetici attraverso termostati connessi alla rete, la rilevazione di luminosità e umidità in determinati ambienti, sensori territoriali e ambientali interconnessi e, in ultimo, tutti gli oggetti wearable (braccialetti e orologi) che moltissime persone oggi utilizzano abitualmente. Oggi, a tutti gli effetti, quando si parla di IoT si parla di industria 4.0. Nel caso di NuZoo, per fare un esempio, si tratta di nuove tecnologie produttive per migliorare le condizioni di lavoro, aumentando la produttività e sicurezza.
Che cos’è l’IoT per NuZoo?
Stefano Avenia: parlando di evoluzione tecnologica mi piace pensare al modo dell’IoT non tanto come ad un traguardo, in cui tutti i dispositivi sono interconnessi tra loro, ma come ad un vero punto di partenza per quello che sarà il prossimo decennio. Mi spiego meglio con un esempio: concettualmente tutti i PC erano connessi nelle reti aziendali già dagli anni 90, ma solo con l’avvento di Internet si è stravolto il concetto di connettività, trasmutando un semplice PC e tutti i suoi servizi, in un vero e proprio elemento interattivo ed interconnesso con altri PC e con il Web. Allo stesso modo, non basta che oggi i vari dispositivi IoT siano interconnessi, ma occorre uniformare il linguaggio facendo parlare a tutti la stessa lingua. Predisponendoli per la condivisione di piccole o grandi informazioni che ogni dispositivo è in grado di acquisire. Quando questo accadrà ci sarà un ennesimo salto tecnologico generazionale e sono convinto che sarà ancora più stravolgente di quanto è accaduto con Internet.
Riescono tutti i dati raccolti da questi dispositivi a produrre risultati effettivamente utili?
Stefano Avenia: certo, basti pensare ai vantaggi che questa soluzione ha già apportato in ambito risparmio energetico. Oggi, si spreca energia in troppe case. Spesso l’aria condizionata, il riscaldamento o lo scaldabagno sono programmati per accendersi ogni giorno ad un orario stabilito, indipendentemente dal fatto che in casa ci sia qualcuno o meno. Con i termostati connessi e/o i contatori intelligenti, invece, possiamo controllare i nostri consumi direttamente dallo smartphone. In questo modo, per esempio, se per caso in ufficio dovessimo fare più tardi del previsto saremo in grado di spegnere il riscaldamento stando comodamente seduti alla nostra scrivania o durante la pausa di una lunga riunione. In alcuni casi, addirittura, questi sistemi possono essere configurati in modo da spegnersi automaticamente quando il nostro telefono lascia l’edificio. I contatori smart possono anche trasmettere informazioni sui nostri consumi al fornitore di energia o luce, eliminando la necessità di inviare la lettura e aiutandoci a tenere traccia delle nostre abitudini di consumo e di come variano nel tempo.
Secondo la Food and Agriculture Organization delle Nazioni Unite, gli agricoltori e le aziende agricole hanno rivolto la loro attenzione verso l’IoT per una maggiore capacità di produzione e l’analisi della stessa.
Ad esempio, sensori posti in campi consentono agli agricoltori di ottenere mappe dettagliate della topografia, delle risorse nella zona e di alcune variabili quali l’acidità e la temperatura del suolo.
Gli agricoltori possono utilizzare i loro smartphone anche per monitorare a distanza le loro attrezzature, le colture e il bestiame, così come ottenere statistiche rilevanti per la produttività in modo da ottenere previsioni con dati attendibili sui raccolti e sul bestiame.
Quali campi coprite con le vostre applicazioni IoT?
Stefano Avenia: Gli ambiti di applicazione di NuZoo sono estremamente variegati, vanno dalla pubblica amministrazione ai settori medico, costruttivo, retail, manifatturiero, utilities, logistico, agricolo ed educativo. Non sembra ma in tutti questi settori, concentrandosi anche solo sull’attività di monitoring o safety, l’uso di tecnologie IoT può migliorare significativamente sia i processi aziendali, sia il livello complessivo di sicurezza.
Quali sono le applicazioni consolidate?
Stefano Avenia: NuZoo ad oggi è orgogliosa di poter affermare che tutte le applicazioni sono sostanzialmente pronte per essere introdotte sul mercato. Quella maggiormente consolidata è il People Tracking, nello specifico Pocket Art&Fun. Per ITT Care, la soluzione dedicata all’ambito sanità in generale, stiamo facendo grossi passi avanti. Grazie a due progetti pilota che stiamo sviluppando con due RSA situate nell’area monzese, il prodotto si evolvendo rapidamente in termini di funzionalità.
Secondo Lei quali possono essere le evoluzione dell’IoT e le aspettative di crescita?
Stefano Avenia: le maggiori società di ricerca, come ad esempio Accenture, sostengono che si arriverà a oltre 25 miliardi di apparati Iot entro il 2020. Per quanto riguarda NuZoo, visto che l’IoT porta “intelligenza” nei sistemi di elaborazione dell’informazione, ci aspettiamo che questa soluzione comandi a distanza “le cose” in modo sempre più capillare (verifica remota delle cose). Lavoreremo affinché le capacità di controllo e trasmissione di dati utili sul funzionamento di tali device (Tag) e sull’interazione device-utilizzatore (Persone) si applichi sempre di più in ambiti importanti come eHealth (IoT in ambito sanitario). Soluzione che noi stiamo già sviluppando da tempo.
Che tipi di investimenti si prevedono con questo tipo di tecnologia?
Stefano Avenia: parlando in generale la risposta è decisamente complessa e, di certo, ci sono molte analisi di mercato che possono dare un quadro molto preciso degli sviluppi attesi per questo mercato.
Dal canto nostro posso solo dire che ITT rappresenta l’obiettivo primario di investimento per il 2017. Ciò che ci spinge ad andare avanti in questo investimento è sostenuto dalle richieste spontanee che stiamo ricevendo attraverso il nostro sito internet, richieste numericamente interessanti. Inoltre le attività di direct marketing fatte sino ad oggi stanno producendo ottime opportunità.
Per saperne di più link al sito Nuzoo